Quando Steve Jobs presentò il primo iPad della storia, molti credettero che fosse arrivata la fine per i personal computer. La storia è andata diversamente
Il 27 gennaio 2010 alle 10:00 del mattino, fuso orario del Pacifico, Steve Jobs saliva sul palco a San Francisco per
presentare il primo iPad. Poche ore dopo Nicholas Carr, giornalista di The New Republic, scriveva un pezzo intitolato "
Il PC è morto ufficialmente oggi". Pochi mesi dopo, il 20 luglio 2010, David Goldman scriveva su CNN Money un articolo intitolato "
La fine del PC desktop (seriamente)". Tre anni dopo, l'11 aprile 2013, Mark Roglowsky scriveva su Forbes "
La morte del PC non è stata una esagerazione". Il 7 ottobre 2015 Davey Alba scriveva su Wired un pezzo dal titolo "
La morte del PC non è stata una grossa esagerazione".
Per tutta la prima metà del decennio appena terminato,
secondo la stampa il Personal Computer sarebbe morto più volte del Rock e, proprio come il Rock, alla fine del decennio è ancora vivo e vegeto. Ma è cambiato, e anche molto,
evolvendosi in un prodotto parecchio diverso rispetto a quello che si conosceva fino a qualche anno fa. Per poter restare sul mercato hanno dovuto adattarsi sia da un punto di vista hardware,
rimpicciolendosi, sia da un punto di vista software, offrendo soluzioni sempre più intuitive e facili da utilizzare.
Cosa è successo nel 2010
Se dieci anni fa molti pensavano che
per il PC fosse suonata l'ultima ora, era semplicemente perché eravamo all'inizio di una rivoluzione: quella mobile. Sempre più compiti che un tempo si potevano portare a termine esclusivamente con un PC si potevano svolgere anche con uno smartphone o un tablet. E l'incredibile velocità con la quale i dispositivi mobili sono stati sviluppati in questi dieci anni
non faceva altro che rafforzare l'idea che il computer sarebbe morto a breve.
Ma c'era anche altro a rafforzare questa convinzione:
i PC portatili, i laptop (che all'epoca chiamavamo tutti "notebook") erano ben poco attraenti. Pesavano molto, avevano schermi di bassa qualità, una autonomia di poche ore e una potenza nettamente inferiore ad un PC desktop. Non sembravano, insomma, in grado di ritagliarsi un proprio ruolo nel mercato dell'informatica e sembrava solo questione di tempo: il loro ruolo sarebbe stato presto preso da smartphone e tablet e i notebook sarebbero stati i primi a sparire. Oggi, invece, tra i dispositivi elettronici più desiderati ci sono i potentissimi laptop da gaming o i leggerissimi Macbook. Qualcosa non è andato come previsto.
Come si sono evoluti i computer
Desktop e laptop oggi
sono molto diversi da come erano a inizio decennio. Nel 2010 chi aveva bisogno di un PC per lavorare, per fare grafica o per giocare doveva mettersi sulla scrivania un grosso "
tower" alto anche 80 centimetri, con dentro un processore che scaldava come una stufa e un hard disk magneto-meccanico da 7.200 giri al minuto. All'epoca nessun computer portatile era sufficiente per lavorare seriamente, mentre per giocare si poteva aspirare al massimo ad un Dell Alieware M11X: processore Intel Pentium SU4100 dual core da 1,3 GHz, 2 GB di RAM, 160 GB di disco rigido e grafica Geforce GT 335M con 1 GB di memoria dedicata. Aveva uno schermo LCD da 11,6 pollici con risoluzione 1366x768 pixel, pesava 2 chili e costava 800 dollari.
In questi dieci anni
la potenza dei processori per PC desktop e laptop è cresciuta enormemente, mentre si sono ridotte le dimensioni e il peso. L'unica dimensione che oggi è maggiore rispetto al 2010 è quella degli schermi che, però, sono diventati molto spesso touch. Gli hard disk magnetici, dopo aver espresso tutte le potenzialità di questa tecnologia con alcuni modelli a 10.000 giri,
sono ormai tramontati in favore degli SSD, i dischi allo stato solido formati da chip e non da piattelli magnetici. Le schede grafiche di oggi non solo hanno più memoria delle stesse CPU, ma riescono persino ad elaborare algoritmi di intelligenza artificiale. Le batterie dei computer portatili, infine, ormai sfiorano le dieci ore di autonomia e a volte le superano.
Come si è evoluto il software
Se il PC è ancora vivo, però, lo dobbiamo anche al fatto che in questi dieci anni
i sistemi operativi e i software sono profondamente cambiati. Se oggi 128 GB di disco SSD sono più che sufficienti per moltissimi utenti, è senza dubbio perché ormai
i dati si archiviano in cloud. Ma anche gli applicativi, sempre più spesso,
si trovano su un server remoto e non sul nostro disco locale. Un esempio su tutti è Microsoft Office, ormai usato sempre più online. I
servizi basati sul Web hanno ormai superato le applicazioni scaricate ed eseguite su PC desktop e laptop, per un motivo molto semplice: è più facile tenere tutto sincronizzato. I sistemi operativi, specialmente Microsoft Windows, hanno abbandonato la vecchia logica dei grossi e pesanti aggiornamenti ogni tot mesi o anni, in favore di update continui a cadenza mensile molto simili a quelli che riceviamo sui nostri smartphone.
Come si è evoluto il mercato dei computer
Ma c'è anche un'altra cosa da notare, un grosso cambiamento nel mondo dei computer in questi ultimi dieci anni: il mercato è completamente diverso. Nel 2010 c'erano una miriade di produttori grandi e piccoli di computer desktop e portatili. I desktop, molto spesso, venivano costruiti da esperti commercianti di paese che compravano le componenti e facevano PC su misura per i propri clienti.
Questi "artigiani" dell'informatica sono ormai quasi spariti, mentre il grosso del mercato è oggi diviso tra HP, Dell e Lenovo. Due big del settore come Toshiba e Fujitsu sono usciti dal mercato, mentre è entrata Microsoft con i suoi Surface. I computer ormai si comprano nelle grandi catene di elettronica o direttamente online.